venerdì 26 giugno 2009

GIULIA NON ESCE LA SERA




"La storia di Guido e Giulia, lui scrittore di successo, lei donna affascinante e misteriosa. Si conoscono in una piscina che Guido comincia a frequentare in un momento felice della sua carriera, preso dal desiderio di colmare una lacuna importante: imparare a nuotare. Per Giulia, che a nuotare insegna, l'acqua è un posto importante, dove si sente davvero a suo agio. Si piacciono, iniziano a frequentarsi, a svelarsi. Ma non del tutto: perché Giulia ha un segreto annidato nel suo passato..." (FILM TV)


Il titolo effettivamente è un ottimo consiglio, che io purtroppo non ho seguito, ma che suggerisco a chiunque abbia solo una vaga idea di noleggiare, acquistare o scaricare questa pellicola. Non che nel cinema italiano non si sia visto di peggio, ma da un autore con la "A" maiuscola come vorrebbe considerarsi Giuseppe Piccioni, non si possono accettare simili pretestuosità, come le fantasie viventi dello scrittore Mastandrea e, poco importa se stranezze simili sono in linea con la "poetica" della filmografia di questo regista, per me restano inutili fronzoli autoriali che pretendono di elevare fellinianamente la qualità di una pellicola, dal destino molto "neorealista". Proprio il contrasto tra il raccontato e il raccontatore sfalda e non conclude un film, altrimenti interessante dal punto di vista sentimentale, familiare, sociale e gli stessi attori soffrono le due facce (che non si fondono) della storia, soprattutto Mastandrea, credibile con la Golino, ma imbambolato di fronte alle visioni del proprio personaggio. Alla fine torna alla mente il titolo, ma soprattutto la curiosità di sapere a che cosa questo racconto doveva condurre, davvero inspiegabile. JOKERICO 5

mercoledì 24 giugno 2009

UN' ESTATE AI CARAIBI




"I destini di più personaggi convergono tutti in uno stesso luogo che stavolta è l’isola di Antigua nei Caraibi: un uomo organizza piccole truffe ai turisti di passaggio assieme a un bambino orfano, un altro tenta di nascondersi con l'amante, un ricco e rozzo palazzinaro romano schiavizza il suo autista..." (FILM TV)


Non ho mai amato particolarmente i film dei Vanzina, nè le varie volgarissime VACANZE DI NATALE e affini, nè tantomeno i loro capolavori SAPORE DI MARE, SOGNANDO LA CALIFORNIA. Nel primo caso le volgarità arrivarono a vette quasi insostenibili e quasi cult (il famoso "famme 'na pompa" di De Sica in SPQR, resta negli annali del trash senza riciclo); i capolavori sono filmetti meno bassi, ma tanto esili da risultare inutili. Oggi siamo di fronte ad un nuovo corso: con UN' ESTATE AI CARAIBI si azzarda la commistione della propria filmografia, si arriva alla presunzione dell'autocelebrazione. I fratelli Vanzina sembrano dirci "siamo cresciuti (o invecchiati), col nostro bagaglio oggi non abbiamo più bisogno di volgarità, i personaggi sono sempre gli stessi, filtrati per le famiglie". E allora vai con Mattioli che telefona a Fumagalli (UN CICLONE IN FAMIGLIA), Proietti che si riversa su FEBBRE DA CAVALLO, ecc. E' vero, la volgarità non c'è più, ma cos'è rimasto? Storie fotocopia di mille storie copiate da altre storie, con argomenti tipo il tradimento, lo scambio di radiografie, il politico corrotto, la vacanza con l'amante all'insaputa della moglie..... In passato forse di volgarità si poteva anche ridere, oggi non si ride, si resta sbigottiti d fronte ad un Proietti che si immola per non si sa quale causa. Un anno fa, con UN' ESTATE AL MARE, i risultati non furono diversi, perlomeno la solita volgarità aiutò e le parolacce di Lino Banfi, con quelle del solito Proietti sveltirono la visione. Con questo, non voglio fare un elogio della volgarità, semplicemente sto constatando come i film dei Vanzina si reggano esclusivamente sul turpiloquio. Infine mi sorge anche una domanda: perchè quando si tratta di mignotte, amanti, vacanze e tradimenti, compare sempre Berlusconi? Mah, sogno o realtà..... JOKERICO 5 http://www.youtube.com/watch?v=Zu8hihOhi_s

lunedì 22 giugno 2009

COME DIO COMANDA




"Rino e Cristiano Zena sono padre e figlio e sono una famiglia perché la madre se n'è andata e loro vivono soli. Cristiano potrebbe essere un adolescente come tanti, ma è Rino a non essere un padre come gli altri: disoccupato, emarginato, violento, alcolista, tenuto sotto controllo dall'assistenza sociale che minaccia di revocargli la custodia del figlio. Rino, tuttavia, ama Cristiano e si dedica a lui con tenerezza ed è con vero affetto che lo educa alla violenza e al culto della forza." (FILM TV)


In questi anni ci si è resi conto di come la materia delle opere di Ammaniti debba essere trattata con molta cura nella trasposizione in pellicola. Due risultati di differente valore sono senza dubbio BRANCHIE di Francesco Ranieri Martinotti e IO NON HO PAURA di Salvatores. Su BRANCHIE ci sarebbero da dire molte cose e tutte negative, quindi sorvolerò per citare invece l'ottimo risultato di IO NON HO PAURA, nonostante Abatantuono. Alla notizia di una nuova collaborazione tra Ammaniti e Salvatores, "il cuore s'è fatto più leggero e fiducioso", riponendo stima per il regista oscarizzato. Ed è dunque ancor più doloroso di una nuova visione di BRANCHIE dover constatare che stavolta l'alchimia del duo non è scattata. COME DIO COMANDA vorrebbe avere come cuore centrale, il rapporto difficile tra un padre bambino e un bambino padre (tra una società che può formare male, ma di contro generare guide inaspettate, forse fragili e indifese, ma con principi e certezze tanto solide quanto immortali e fondamentali) e come sangue vivo una violenza e un' accusa che siano struttura portante del film. Temi difficili da affrontare e recitare e, se il racconto procede senza sussulti, ma con attenzione ai rapporti, la parte recitativa sbanda: sbanda Timi teatrale e incostante, sbanda soprattutto Elio Germano nel tratteggio di un pazzo troppo recitato, costruito e meccanico per essere attinente a quella sezione di mondo in oggetto. Sbanda persino Salvatores, che se da un lato apre uno squarcio di poesia "col furetto", di contro cesella un folle in maniera scolastica e senza controllo sull'attore, perde di vista la visione del tutto, diventando a volte banalmente grottesco e si inventa un Fabio De Luigi ai limiti della sopportazione. Non siamo ai livelli di BRANCHIE, ma non ce ne discostiamo neppure molto. JOKERICO 5 http://www.youtube.com/watch?v=nYqxEoL9IPs

giovedì 18 giugno 2009

EX




"Tante storie intrecciate, un solo filo conduttore: la separazione nelle coppie e quello statuto particolare che gli amanti di un tempo assumono nella nostra storia personale, quello di essere "ex": ex mariti, ex fidanzati, ex amanti." (FILM TV)


Forse bestemmierò, ma io guardando entrambi i NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI mi sono divertito, certo le ambizioni non erano altissime, ma qualche risata non l'ho affatto nascosta. Con EX, le ambizioni sono diverse, si passa da una commedia adolescenziale per ragazzi, alla commedia di costume adulta e i risultati non percorrono con i presupposti, ma inseguono. Di positivo c'è sicuramente la struttura di commedia sofisticata che prova a raccontare e non a "cabarettizzare", l'assenza di vogarità assortite e il rapporto di divertimento reciproco tra pubblico e attori, con un divertentissimo Silvio Orlando, inaspettato mattatore assoluto. Di contro molte storie sono prevedibili se non quasi "stupide" (Insinna, Gerini, Tognazzi), De Luigi continua a mostrare la sua inadeguatezza al cinema, così come l'assoluta impersonalità di Bisio. Il tentativo è comunque da rimarcare assieme a ITALIANS, come un nuovo vento rispetto alle VACANZE DI NATALE. JOKERICO 6 http://www.youtube.com/watch?v=pdkun8GKkjk

lunedì 8 giugno 2009

THE STRANGERS



"Una giovane coppia trascorre un periodo di vacanze in una casa isolata e viene terrorizzata da tre sconosciuti aggressori mascherati." (FILM TV)


Ciò che eleva THE STRANGERS una spanna sopra la media degli ultimi thriller-horror, è l'ottima confezione: una tensione costante che non si avvale di mezzucci splatter e non si allenta neppure con l'arrivo del "nuovo giorno", una regia attenta e consapevole nel valorizzare le maschere inquietanti dei persecutori e un senso di claustrofobia presente anche negli esterrni del bosco. Al termine del film però, una volta scartata "quella famosa confezione", non resta nulla. La storia e i suoi misteri sono identici a "mille" altre storie e misteri e, la stessa "storia" non esiste visto che si racconta solo una persecuzione priva dei "fronzoli", delle motivazioni. Il cartello iniziale avverte che si tratta di fatti realmente accaduti, purtroppo sembra più una giustificazione, in realtà THE STRANGERS è una cronaca di ciò che è avvenuto (forse) e nient' altro; un film però ha bisogno anche di "nient' altro". JOKERICO 6 http://www.youtube.com/watch?v=jChK3ErkGcQ

CHANGELING




"Los Angeles, 1928. Christine, che vive in un sobborgo, lascia come tutte la mattine suo figlio Walter a casa da solo per recarsi al lavoro. Il bambino viene rapito ma l'accorata preghiera della madre perché i rapitori glielo restituiscano viene ascoltata e, dopo alcuni mesi, il piccolo torna a casa. Frastornata dalle emozioni e dalla folla di poliziotti e giornalisti, accoglie il bambino nella sua casa. Ma in cuor suo sa perfettamente che quello che è tornato non è suo figlio. La polizia, i media e l'opinione pubblica non le danno però retta. Inizia quindi un battaglia per far emergere la verità, con l'aiuto di un attivista - il reverendo Briegleb -, ma incontrando una grande resistenza del sistema." (FILM TV)


La differenza tra un capolavoro e un gran bel film è la differenza evidente tra VINCERE di Bellocchio e CHANGELING di Eastwood. I presupposti sono estremamente differenti, nel primo caso è un uomo-stato, col suo bagaglio di rapporti con la protagonista a causarne le sventure, nell'altra pellicola è un apparato dello stato a imporsi come unica verità: in entrambe le storie però, una struttura governante impone la scelta del ricovero coatto. In VINCERE il processo di avvicinamento alla tragedia è furioso, appassionato, con un ampio spettro di elementi che vanno a fondersi per mostrare i risultati di cotanto "male"; in CHANGELING il furore non esiste, tutto è eleganza, formalità ed espressione. Certo Bellocchio, può contare su una storia "da dimostrare" e può inventare non dovendo fare i conti col reale, Eastwood ha una storia dalla quale non si può prescindere, sceglie il taglio del film medio, senza picchi superbi (se non nel saluto iniziale) ne tantomeno cadute; tutto così, diviene un palcoscenico per Angelina Jolie, che "finalmente" può mostrare la sua bravura in un ruolo altamente drammatico. JOKERICO 7

domenica 7 giugno 2009

BURN AFTER READING - A PROVA DI SPIA




"Ozzie Cox viene licenziato dalla Cia a causa della sua dedizione all'alcool: per vendicarsi, decide di scrivere un memoriale sull'Agenzia. Sua moglie gli sottrae però una copia su disco del testo e accidentalmente la dimentica in palestra: qui viene trovata da un istruttore e da un'impiegata che, fraintesa l'importanza dell'oggetto, escogitano un ricatto ai danni di Cox..." (FILM TV)


Dimenticare Chigurh (Javier Bardem), la sua maschera immonda e glaciale, il suo caschetto, la sua arma a compressione è impresa impossibile; amare Chad (Brad Pitt), i suoi occhi, i suoi balli, la sua voce, è un dovere cinematografico. L'apprezzamento per A PROVA DI SPIA sta tutto in questo segreto; l'ossessione drammatica di NON E' UN PAESE PER VECCHI è qualcosa di altro da una commedia che pur trattando tematiche "attualmente" americane (lo spionaggio, la paranoia, la CIA, "la perfezione estetica") si pone l' obiettivo (ben centrato) di divertire. Alla vista, anche gli interpreti sembrano divertirsi, perfettamente calati in ruoli da idioti simbolo, fulcro di un mondo dove persino i servizi segreti, stavolta vittime di una follia che nasce da un sedere e si conclude presumibilmente con un sedere nuovo, sono costretti ad arrendersi. JOKERICO 6 http://www.youtube.com/watch?v=jXVZkSb83Ho

venerdì 5 giugno 2009

ORMAI E' FATTA!




"Horst Fantazzini, ex rapinatore gentiluomo, il 23 luglio del 1973 tenta di evadere dalla prigione di Fossano dove è detenuto per aver messo a segno un numero incredibile di rapine con una pistola giocattolo. Anarchico, Horst rivendicava le rapine facendo sua una frase di Brecht: "È più criminale fondare una banca che rapinarla". " (FILM TV)


Solita mancanza di ambizione del cinema italiano. "Ormai è fatta!" è una bella storia vera ben raccontata, con attori perfetti, con una regia lineare e pulita, con un clima da commedia tragico-grottesca adatto; purtroppo nel momento topico, laddove il film deve diventare grande, il crollo. Il colloquio tra il protagonista e suo padre, un padre mitizzato e di caratura inarrivabile come solo i padri possono essere, diventa un rimbrotto, una ramanzina, un pistolotto di un Guccini che palesa ancora un volta i suoi limiti attoriali e tutta la poetica politica, svanisce. Un vero peccato, aggravato da un finale bellissimo. JOKERICO 6 http://www.youtube.com/watch?v=TnYGndZwXGM

ITALIANS




"I vizi e le virtù degli italiani all'estero, capaci, come spesso capita, di essere ridicoli ma anche geniali, vengono raccontati in due episodi: il primo, con Sergio Castellitto e Riccardo Scamarcio, è ambientato nei paesi arabi, mentre il secondo, con Carlo Verdone come protagonista, si svolge a San Pietroburgo." (FILM TV)


Due sono le parti che compongono ITALIANS, e due sono le considerazioni sul film. Se l'idea era quella di realizzare una riflessione sull'italiano all'estero e sulla visione che all'estero si ha dell'italiano in luoghi non stereotipati, mirando dunque alla commedia di "livello"; il risultato è fallimentare. Il buonismo è dilagante (quasi un odore di santità per i protagonisti), i veri problemi (o le furbizie) dei nostri connazionali non si affrontano mai, preferendo i soli(ti) meccanismi comici e, se i luoghi sono atipici, tipici (tradizionali) sono i risvolti: il tedesco che sfotte "L' ITALIANO" , gli arabi omosessuali, i russi mafiosi e straricchi. Considerando, invece, ITALIANS, una commedia di puro intrattenimento e divertimento, tutto fila liscio: perché l'episodio di Verdone a tratti è irresistibile, Castellitto disegna con raffinatezza un bel personaggio , Scamarcio è un co-protagonista, e gli scenari "ambiscono" ad altro rispetto alle ultime commedie italiane. JOKERICO 6

http://www.youtube.com/watch?v=cTDr3vHMyVw

GENERAZIONE 1000 EURO




"Neolaureato, trentenne, un grande talento matematico e nessuna speranza: è la storia di Matteo, che sopravvive a stento, dividendo una casa con un amico. Le situazioni però possono anche peggiorare. A lui succede quando la fidanzata lo lascia. Anche perché nel momento stesso viene sfrattato e rischia pure di perdere il lavoro. Ma alcuni eventi sono in agguato. Come l'arrivo di una nuova coinquilina, Beatrice, e quello della bella Angelica, che è anche direttore del marketing nell'ufficio dove lavora Matteo. Presenze che segnano dei cambiamenti importanti e che chiederanno delle scelte." (FILM TV)


Andare a vedere un film come GENERAZIONE 1000 EURO, NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI, o affini, per assurdo, predispone, a visioni diverse. Lo scopo primario e assoluto è il divertimento, la possibilità di vivere "leggeri" per almeno 90 minuti e nel caso specifico del film in esame potersi ridere addosso, o almeno ironizzare sulla prima generazione "più povera rispetto alla precedente, o l'unica che torna in Molise". Le battute carine si fermano qui, il resto è tutto "carino", purtroppo già visto: l'amico simpatico, l'amica non tanto amica, la bella ambiziosa "sbagliata", una dura scelta tra le due. Ben altra cosa è la ferocia di TUTTA LA VITA DAVANTI di Virzì, l'opera di Venier si lascia guardare, scivolare come appunto un NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI, ma della "generazione" che ne resta? JOKERICO 6

giovedì 4 giugno 2009

CHE - GUERRILLA




"Gli anni che seguono la rivoluzione cubana, con il Che occupato su vari fronti: quello africano prima, poi di nuovo in Sudamerica, prima dell'epilogo tragico in Bolivia." (FILM TV)


Soderbergh prosegue il suo percorso o il suo "inseguimento" al Che, senza mutare intenzioni, stile, perseguendo un'idea docu-cronachistica del personaggio. Il film non è altro che un secondo tempo, francamente indigeribile di seguito al primo, ma con alcuni pregi se preso da solo. Finalmente in alcuni momenti Soderbergh filma e non documenta, inventa quacosa (l'attraversamento del fiume, l'accerchiamento del Che), ma soprattutto subisce il racconto. In fin dei conti, la rivolta boliviana, è un fallimento, non dell'idea quanto della resa, ed è il fallimento di una icona, eroica nel perseguimento delle sue idee e affascinante, come chiunque accetti di morire per un convincimento. Il film si anima di fallimento, l'euforia di Cuba precipita, diviene malinconia e chissà, forse, rimpianto, a cui la morte concede la mitizzazione. La distanza dal personaggio diviene impossibile e la soggettiva dell'ultimo respiro annulla tutto l'impianto del film precedente (o del primo tempo). Del Toro si specchia e riflette in questo personaggio e la sua interpretazione (unico interesse dell' Argentino), qui contribuisce ad alzare il livello del film. JOKERICO 7

CHE - L' ARGENTINO




"Il 26 novembre del 1956 Fidel Castro, all'esilio in Messico, si imbarca alla volta di Cuba sul Granma, un piccolo scafo. Con lui ci sono 80 ribelli, tra i quali Ernesto "Che" Guevara, un medico argentino che condivide con Castro e i suoi compagni lo stesso obiettivo: rovesciare il regime del dittatore cubano Fulgencio Batista. Il Che dimostra in poco tempo di essere un combattente eccezionale, capace di apprendere e utilizzare le tecniche della guerriglia. E ben presto viene adottato dai suoi compagni e dall'intero popolo cubano. Fino a diventare l'eroe rivoluzionario che tutti oggi conosciamo." (FILM TV)


Il proposito del film ovvero la demitizzazione del "Che" e la conseguente reincarnazione nei panni di un "uomo", avrebbe dovuto depistare l'attenzione dalla deriva mediatica-giovanilistica, alla conoscenza storica di ciò che avvenne in quegli anni. Alla luce di questa considerazione, il film di Soderbergh ha un suo valore, che purtroppo la realtà dei fatti contrasta. In questa prima parte, con oggetto la rivoluzione cubana del "Comandante", il regista si sottrae, scompare, riprende gli avvenimenti neanche fossimo in un documentario, ponendosi dalla parte dei rivoluzionari, seguendoli, apprezzando le loro teorie e i loro ideali; purtroppo la linea non è mantenuta fino alla fine, perchè se realtà deve essere bisogna mostrare la realtà della violenza di ambo le parti e non limitarsi, nel caso dei rivoluzionari, ad un accenno di "giustizialismo". Le immagini in bianco e nero dell'intervento all'ONU, sanno molto di celebrazione estetica, inutile e fuori luogo, data l'importanza del "messaggio"; allo stesso tempo tutta la parte privata del Che politico, non ha ragion d'essere per l'essenza stessa del film. Io avrei preferito si, un racconto "sui" fatti, ma con una visione cinematografica degna di tale personalità e degna di un attore che sembra nato per dare corpo a tale personalità. JOKERICO 6

mercoledì 3 giugno 2009

APPALOOSA




"La vicenda di due amici che, nel west di fine '800, vengono assunti per proteggere una cittadina senza legge finita nelle mani di un ranchero rinnegato. L’arrivo di un’attraente vedova manda però all’aria i loro progetti..." (FILM TV)


Classificare APPALOOSA come una commedia western, potrebbe apparire esagerato e forse non rispettoso dei veri intenti dell' Ed Harris regista; inoltre nel mio mondo cinematografico commedie western sono quelle di TRINITA', alcune derive demenziali tipo "Brutos", IL MIO WEST di Veronesi (o Pieraccioni), tanto per fare un quadro generale. APPALOOSA è principalmente un film (solamente) western, ma con inserti ironici decisi e decisivi per lo sviluppo della sceneggiatura. Lascio da parte il facile triangolo amoroso che non ritengo importante se non come contributo alle "scelte" finali; ritengo invece centrale l'amicizia maschia tra i due protagonisti, che va oltre l'omosessualità, oltre l'ammirazione, ad un passo dalla divinazione del personaggio di Mortensen per il protagonista. Cosicchè l'impossibilità della distruzione dell'iconografia del cowboy, per mezzo di una donna di "facilissimi" costumi, risulta credibile nel momento in cui dall'altra parte c'è un semi-discepolo quasi acefalo per tutto il film, che diventa senziente per opporsi all'umanizzante sentimento che sta rendendo umano il suo dio. Solo a lui poteva spettare un finale degno e solo da questa angolazione il film acquista un suo pregio altrimenti scevro di qualunque interesse, sia come western che come commedia-western. JOKERICO 6 http://www.youtube.com/watch?v=OjzmXGbOtVQ&feature=PlayList&p=A8CE0079134F42E1&playnext=1&playnext_from=PL&index=16

lunedì 1 giugno 2009

ANGELI E DEMONI


"[Angels & Demons, USA, 2009, Thriller, durata 138'] Regia di Ron Howard Con Tom Hanks, Ewan McGregor, Ayelet Zurer, Pierfrancesco Favino, Stellan Skarsgård, Armin Müller-Stahl, Nikolaj Lie Kaas, Thure Lindhardt, David Pasquesi, Cosimo Fusco, Masasa Moyo, Victor Alfieri, Yan Cui, Shelby Zemanek, Jonas Fisch, Kristof Konrad

"L'esperto di simbologia religiosa e professore ad Harvard Robert Langdon viene convocato dal direttore del CERN di Ginevra per dare il suo contributo alle indagini sull'omicidio dello scienziato Leonardo Vetra dai curiosi risvolti rituali avvenuto nel prestigioso centro di ricerca svizzero. Nel momento in cui è stato commesso l'omicidio è anche stato trafugato dal CERN uno speciale contenitore che protegge l'importantissimo risultato degli studi di Vetra: alcune particelle di antimateria, dal potenziale devastante. A complicare la faccenda ci sono da una parte l'imminente esaurimento delle batterie che alimentano il contenitore, presevando l'antimateria, e dall'altra il contemporaneo Conclave plenario dei cardinali cattolici per l'elezione del nuovo papa. Due eventi strettamenti collegati perché pare che la pericolosissima refurtiva sia stata nascosta proprio in un introvabile nascondiglio all'interno del Vaticano." (FILM TV)


Mi chiedo se siamo alla fine o al principio della follia. In questo tempo di interventismo e anonimato è troppo difficile tentare di spiegare o darsi delle risposte che sorgono legittime. Parto da un esempio: l'anno scorso all'uscita del film "IO SONO LEGGENDA" con Will Smith, montò una sorta di misterioso stupore poiché nella trasposizione per il grande schermo, si era scelto un finale diverso rispetto all'opera di Richard Matheson dalla quale era tratto. Oltretutto una scelta inspiegabile, vista la forza e il senso dell'originale, con l'aggravante del precedente, ossia il film di Ubaldo Ragona "L' ULTIMO UOMO DELLA TERRA", capolavoro semplice, economico, geniale e fedele al libro. Così, per una voglia di protagonismo assurda, il film di Lawrence, potenzialmente interessante per la prima ora, deprimeva al termine della visione. Mi chiedo allora, vi sono sceneggiatori con la presunzione di modificare un caposaldo della fantascienza e non vi sono personalità in grado di allontanarsi dall'assurdità dell'opera di Dan Brown? Ma dobbiamo davvero credere ad un prete che si alza in volo in elicottero da piazza San Pietro, fa esplodere l'antimateria e si lancia in paracadute? Ma dobbiamo davvero credere alla possibilità che in Vaticano si spari senza criterio al grido di "è lui il colpevole"? Ma dobbiamo davvero credere che prima di un Conclave un uomo solo riesca a rapire 5 cardinali e ad imprigionarli? Ma dobbiamo davvero credere ad un assassino che ammazza due carabinieri e "quasi" un cardinale a Piazza Navona senza essere visto, tantomeno dal protagonista che è lì allo scopo di vederlo? In tutto questo e in molto altro, dov'è la dignità di Ron Howard, regista già "oscarizzato", dov'è la dignità di Tom Hanks dalla recitazione incredula e dov'è il rispetto per lo spettatore-lettore? Sono addirittura pronto ad urlare: "mille TRANSFORMERS e nessun ANGELI E DEMONI". JOKERICO 5 http://www.youtube.com/watch?v=ggs4UAQREjk