lunedì 8 giugno 2009

CHANGELING




"Los Angeles, 1928. Christine, che vive in un sobborgo, lascia come tutte la mattine suo figlio Walter a casa da solo per recarsi al lavoro. Il bambino viene rapito ma l'accorata preghiera della madre perché i rapitori glielo restituiscano viene ascoltata e, dopo alcuni mesi, il piccolo torna a casa. Frastornata dalle emozioni e dalla folla di poliziotti e giornalisti, accoglie il bambino nella sua casa. Ma in cuor suo sa perfettamente che quello che è tornato non è suo figlio. La polizia, i media e l'opinione pubblica non le danno però retta. Inizia quindi un battaglia per far emergere la verità, con l'aiuto di un attivista - il reverendo Briegleb -, ma incontrando una grande resistenza del sistema." (FILM TV)


La differenza tra un capolavoro e un gran bel film è la differenza evidente tra VINCERE di Bellocchio e CHANGELING di Eastwood. I presupposti sono estremamente differenti, nel primo caso è un uomo-stato, col suo bagaglio di rapporti con la protagonista a causarne le sventure, nell'altra pellicola è un apparato dello stato a imporsi come unica verità: in entrambe le storie però, una struttura governante impone la scelta del ricovero coatto. In VINCERE il processo di avvicinamento alla tragedia è furioso, appassionato, con un ampio spettro di elementi che vanno a fondersi per mostrare i risultati di cotanto "male"; in CHANGELING il furore non esiste, tutto è eleganza, formalità ed espressione. Certo Bellocchio, può contare su una storia "da dimostrare" e può inventare non dovendo fare i conti col reale, Eastwood ha una storia dalla quale non si può prescindere, sceglie il taglio del film medio, senza picchi superbi (se non nel saluto iniziale) ne tantomeno cadute; tutto così, diviene un palcoscenico per Angelina Jolie, che "finalmente" può mostrare la sua bravura in un ruolo altamente drammatico. JOKERICO 7

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