giovedì 4 giugno 2009

CHE - L' ARGENTINO




"Il 26 novembre del 1956 Fidel Castro, all'esilio in Messico, si imbarca alla volta di Cuba sul Granma, un piccolo scafo. Con lui ci sono 80 ribelli, tra i quali Ernesto "Che" Guevara, un medico argentino che condivide con Castro e i suoi compagni lo stesso obiettivo: rovesciare il regime del dittatore cubano Fulgencio Batista. Il Che dimostra in poco tempo di essere un combattente eccezionale, capace di apprendere e utilizzare le tecniche della guerriglia. E ben presto viene adottato dai suoi compagni e dall'intero popolo cubano. Fino a diventare l'eroe rivoluzionario che tutti oggi conosciamo." (FILM TV)


Il proposito del film ovvero la demitizzazione del "Che" e la conseguente reincarnazione nei panni di un "uomo", avrebbe dovuto depistare l'attenzione dalla deriva mediatica-giovanilistica, alla conoscenza storica di ciò che avvenne in quegli anni. Alla luce di questa considerazione, il film di Soderbergh ha un suo valore, che purtroppo la realtà dei fatti contrasta. In questa prima parte, con oggetto la rivoluzione cubana del "Comandante", il regista si sottrae, scompare, riprende gli avvenimenti neanche fossimo in un documentario, ponendosi dalla parte dei rivoluzionari, seguendoli, apprezzando le loro teorie e i loro ideali; purtroppo la linea non è mantenuta fino alla fine, perchè se realtà deve essere bisogna mostrare la realtà della violenza di ambo le parti e non limitarsi, nel caso dei rivoluzionari, ad un accenno di "giustizialismo". Le immagini in bianco e nero dell'intervento all'ONU, sanno molto di celebrazione estetica, inutile e fuori luogo, data l'importanza del "messaggio"; allo stesso tempo tutta la parte privata del Che politico, non ha ragion d'essere per l'essenza stessa del film. Io avrei preferito si, un racconto "sui" fatti, ma con una visione cinematografica degna di tale personalità e degna di un attore che sembra nato per dare corpo a tale personalità. JOKERICO 6

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