giovedì 4 giugno 2009

CHE - GUERRILLA




"Gli anni che seguono la rivoluzione cubana, con il Che occupato su vari fronti: quello africano prima, poi di nuovo in Sudamerica, prima dell'epilogo tragico in Bolivia." (FILM TV)


Soderbergh prosegue il suo percorso o il suo "inseguimento" al Che, senza mutare intenzioni, stile, perseguendo un'idea docu-cronachistica del personaggio. Il film non è altro che un secondo tempo, francamente indigeribile di seguito al primo, ma con alcuni pregi se preso da solo. Finalmente in alcuni momenti Soderbergh filma e non documenta, inventa quacosa (l'attraversamento del fiume, l'accerchiamento del Che), ma soprattutto subisce il racconto. In fin dei conti, la rivolta boliviana, è un fallimento, non dell'idea quanto della resa, ed è il fallimento di una icona, eroica nel perseguimento delle sue idee e affascinante, come chiunque accetti di morire per un convincimento. Il film si anima di fallimento, l'euforia di Cuba precipita, diviene malinconia e chissà, forse, rimpianto, a cui la morte concede la mitizzazione. La distanza dal personaggio diviene impossibile e la soggettiva dell'ultimo respiro annulla tutto l'impianto del film precedente (o del primo tempo). Del Toro si specchia e riflette in questo personaggio e la sua interpretazione (unico interesse dell' Argentino), qui contribuisce ad alzare il livello del film. JOKERICO 7

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