Con Sharlto Copley, David James, Jason Cope, Mandla Gaduka, Vanessa Haywood, Kenneth Nkosi, Louis Minnaar, William Allen Young, Hlengiwe Madlala, Robert Hobbs
"Gli alieni sbarcarono sulla terra circa trent’anni fa. Gli umani riuscirono a contenere l’invasione, confinando le creature extraterrestri in una zona del Sud Africa ribattezzata District 9, per poi stabilire tolleranza zero nei loro confronti. Una cinica multinazionale vorrebbe sfruttare commercialmente le loro armi, ma per farlo necessita di materiale genetico alieno. La tensione tra le due specie sale ulteriormente quando un uomo viene infettato da un virus sconosciuto. Solo la tecnologia aliena nel Distretto 9 potrà aiutarlo." (FILM TV)
Davvero straordinario l'inizio di questo film: una civiltà sconosciuta, della quale non si comprende nulla, origini, evoluzione, forme di comportamento, socialità e(') dunque, una civiltà misteriosa, minacciosa, probabilmente falsa e con fini oscuri rispetto alle intenzioni pubbliche. Se non fosse fantascienza sembrerebbe un trattato sulla clandestinità. Questa civiltà sconosciuta "risiede" a Johannesburg; ancora una volta il passato che ritorna, l'apartheid a priori, i cartelli di distinzione, i luoghi "adatti a loro" e noi che disponiamo e indichiamo questi luoghi, il razzismo latente mai sopito, il razzismo al contrario delle vittime. Se non fosse fantascienza sembrerebbe un trattato sulla convivenza. Questa civiltà sconosciuta è rinchiusa in un distretto; l'incredibile cecità degli uomini avvia ancora una volta il massacro e chi, mal sopporta "il diverso",indicandolo causa di spesa, di sporcizia, di pericolo, al cospetto della tragedia ne denuncia l'olocausto. Se non fosse fantascienza sembrerebbe un trattato di storia contemporanea. Questa civiltà sconosciuta è minacciata anche da bande criminali; il pensiero allora corre immediato a tutte le bande assassine presenti in Africa (armate e sostenute a seconda di convenienze politiche), ai vari moderni pirati, al costante e terribile sfruttamento della magia nera come arma primigenia e soverchiante. Se non fosse fantascienza sembrerebbe un trattato di antropologia. Poi compaiono uomini ottusi, astronavi nascoste, tecnologie futuristiche, mutazioni, armi aliene, ci si accorge di essere in un film di fantascienza, e ci si chiede perché sprecare una occasione simile abbandonandosi all'azione continua e violenta, allo sviluppo elementare dei sentimenti, al ritratto del solito militare, alle citazioni immancabili? E soprattutto perché continuare a girare un "servizio di guerra" quando dopo la prima mezz'ora la televisione non è più presente o persistere a far schizzare corpi e sangue sul volto dello spettatore? Le premesse presagivano ben altro. JOKERICO 6
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