martedì 15 settembre 2009

CAOS CALMO




"La moglie di Pietro Paladini, alto dirigente di un network televisivo, muore improvvisamente lasciandolo solo con la figlia Claudia, di dieci anni. Per non essere sommerso dal dolore, una mattina Pietro decide di restare davanti alla scuola della figlia, dopo averla accompagnata. E così fa anche il giorno dopo. E il giorno dopo ancora. E di colpo, quella postazione diventa il suo "nuovo ufficio", un luogo dal quale osservare le cose con occhi nuovi e intorno al quale gli altri - dapprima stupiti, poi partecipi - cominciano a ruotare, in uno strano balletto..." (FILM TV)


La personalità, o forse proprio il personaggio Moretti avrebbe potuto eclissare un film che riesce a camminare benissimo con le sue gambe, contando "anche" sull'apporto del protagonista. In verità il vero protagonista è il tempo, il ritmo della vita, che un evento doloroso fa deragliare dai binari della quotidianità e rallentare, procedere a passo d'uomo rispetto alle velocità delle altre vite. Pietro (Moretti) così, può finalmente guardarsi attorno e non per fare un bilancio del vissuto, ma per riconquistare il piacere di vivere semplicemente osservando l'affanno delle vite altrui. E in quelle vite ritrova sè stesso (la nostra vita vista dagli altri), ciò che è stato (gli incroci, gli episodi, le storie) e ciò che sarebbe stato. Quando la vita chiede il conto, Pietro è pronto a tornare sui binari, forse come uomo nuovo, forse verso una nuova quotidianità. Il film invece non abbandona mai i binari della leggerezza e del sorriso, così come quelli della riflessione e della malinconia; certo non raggiunge vette altissime (del resto la trama è molto raccolta attorno ad un dolore insostenibile e non può aprirsi al cinema classico), ma pur sempre un buon cinema medio. JOKERICO 6

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