venerdì 25 settembre 2009

LOUISE-MICHEL




"Le lavoratrici di una fabbrica francese, una mattina, hanno una brutta sorpresa: il loro luogo di lavoro è stato smantellato durante la notte, e i dirigenti sono spariti. Le operaie vagliano varie ipotesi sul futuro ma nessuna sembra convincerle. Louise, la più intraprendente, propone di ingaggiare un killer per uccidere il titolare. La donna sembra indirizzarsi verso Michel il quale, più che un omicida, è un tuttofare non propriamente infallibile. Insieme, Louise e Michel diventeranno una coppia letale e irresistibile." (FILM TV)


Mai titolo fu più appropriato, poichè se storicamente Louise Michel è uno dei simboli dell'anarchia e dell'anarchismo, LOUISE-MICHEL il film, fa della stessa anarchia il suo cuore pulsante. Anarchica è la storia: con il desiderio di regolare i conti una volta per tutte con i fondamenti del capitalismo, con la classe dirigente che, soverchiatrice della classe operaia, finalmente ne subisce le conseguenze di secoli di sfruttamento. Anarchica è la regia: una scena iniziale fuori dal tempo e le successive come bozzetti o sottostrutture da ricomporre per un "disegno" più alto e una battaglia coscientemente già persa col ritmo della vicenda. Anachici sono gli attori: troppo veri per non crederli davvero parte del tutto. Anarchico è il finale post titoli: forse un finale, o forse una minaccia, o forse un controfinale a ribaltare il mostrato e chiudere il cerchio (?). Vittoria o sconfitta. Il giudizio complessivo per il film non può prescindere dal senso stesso dell'operazione, con una mano pesante sul greve, sul cattivo gusto che mai si ritrae e a volte esagera in sciocchezze (il folle delle torri gemelle), ed esagerare in un film di per sè esagerato significa poi perdere la visione complessiva che, invece, riuscirebbe a centrare benissimo i suoi obiettivi senza ricorrere ad altro carico. JOKERICO 6

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