sabato 26 settembre 2009

KING ARTHUR




"Siamo in un momento storico particolarmente importante: l'impero romano è appena caduto e iniziano a formarsi i regni periferici. I cavalieri della tavola rotonda difendono il paese dai Sassoni e si affrancano dai conquistatori romani, scegliendo Artù come loro re." (FILM TV)


Scrivere di spettacolo hollywoodiano forse è davvero troppo; trattasi invece di mestiere hollywoodiano. Infatti il pregio maggiore di KING ARTHUR, è proprio quello di non annoiare, far trascorrere quasi due ore senza pesantezze assortite; il resto è tutto un difetto e il concetto suddetto ribaltato, visto che la superficialità di fondo mal si concilia con la statura del tema centrale. KING ARTHUR non arriva neppure alla carnalità viscerale di BRAVEHEART; dei cavalieri si sa pochissimo, qualche accenno in più su Lancillotto, Merlino è più che altro una comparsa, Artù un incomprensibile Clive Owen, poco convinto, poco cavaliere, molto interprete fuori ruolo. Le varie battaglie sono abbastanza risibili, scorre meno sangue che in un film Disney, e per un progetto che fa del campo di battaglia il terreno di gioco, questi risultati sono ferite mortali. Fuqua fa la sua comparsa solo nello scontro sul ghiaccio, per il resto, sembra uno spettatore della seconda unità. Il mestiere di Hollywood è davvero l'unica sorpresa o l'unica magia immortale. JOKERICO 6

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