lunedì 26 ottobre 2009

BERLINGUER TI VOGLIO BENE




"Mario Cioni non riesce a staccarsi dalla figura della madre che lo opprime, ed è schiavo di una società della quale subisce i modelli di comportamento. Le sue ribellioni sono esclusivamente verbali e non lo allontanano dalle sue inibizioni e frustrazioni. Anche il sesso - sempre presente nel suo linguaggio e nelle sue fantasie - è una sorta di inutile rivalsa. Mario è vittima anche dei compagni di balera, che gli fanno uno scherzo di cattivo gusto: l'unico modo di liberarsi da una realtà che gli va stretta è sperare in una rivoluzione guidata da Enrico Berlinguer..." (FILM TV)


Chissà perché rivedendo per l'ennesima volta lo sfogo di Cioni Mario alla notizia della morte della madre, stavolta ho pensato alla 25 ORA di Spike Lee e allo sfogo di Edward Norton contro la sua città, contro il suo mondo. Forse solo per blasfemia, perché una volta visto BERLINGUER TI VOGLIO BENE, non si può fare a meno di essere blasfemi, di smadonnare per la vita, di stare con gli amici a parlare sempre e solo di donne assenti e di tornare a casa ripensando alle "seghe". Non c'è nulla in fondo che possa piacere di questo film e invece è impossibile da dimenticare, (perché è il ritratto di una miseria quotidiana troppo lontana e ributtante, per non avere attinenze con la realtà) scena per scena, personaggio per personaggio, tutti scollegati ma necessari, a condurre ad un finale che dal dibattito nella casa del popolo, finisce dritto dritto in camera da letto. Dunque nell'impossibilità di recensire non resta che ricordare scene incredibili: Benigni alla "conquista" con una bottiglia di Coca Cola in mezzo alle gambe, il balletto attorno al tavolo con la zoppa, "i rimproveri" del prete, Bozzone, ma soprattutto la metafora tra il comunismo e un ragazzo alle prese con la prima sega, pura masturbazione concettuale. JOKERICO 7

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