venerdì 16 ottobre 2009

IL PETROLIERE




"Daniel Plainview è un cercatore d'argento che, alla fine dell'800 trova il petrolio nell'Ovest degli Stati Uniti. La sua ricchezza diventa considerevole grazie anche allo sfruttamento della presenza dell'unico figlio che lo aiuta a convincere i contadini a cedergli i terreni. Troverà però sulla sua strada un giovane predicatore che prima lo aiuterà e poi, temendo un troppo veloce arrivo della modernità, manipolerà contro di lui la comunità. Le sorti personali, anche se non quelle economiche, di Plainview subiranno un duro colpo quando il figlio, a causa di un incidente presso un pozzo petrolifero, diviene sordo. L'uomo, sempre più accecato da una misantropia assoluta, lo allontanerà da sé precipitando sempre piu' nell'avidità del possesso." (mymovies.it)


Trovo IL PETROLIERE speculare a MAGNOLIA, l'opera di riferimento nella filmografia di P.T. Anderson; non tanto nella struttura, assolutamente agli antipodi, quanto nel risultato finale. Entrambi potevano ambire al titolo di capolavoro ed entrambi trovano pace nella categoria delle buone pellicole. I pregi del film in questione (IL PETROLIERE) sono molteplici: lasciare campo libero ad una interpretazione come quella di Daniel Day-Lewis, di per sè, eleva il film sopra la media; fare un passo indietro, registicamente, rispetto al protagonista, è una scelta dovuta e intelligente; la scena dell'incendio del pozzo ben rappresenta l'inferno interiore di Plainview e il rancore montante contro il mondo. La descrizione e l'evoluzione del protagonista, non lasciano spazio a voli autoriali, rasentano semplicemente la perfezione, per un personaggio oltretutto difficile da raccontare in tutte le sue sfaccettature: l'affetto "dovuto" per un figlio "necessariamente trovato", l'ossessione per il petrolio e l'accumulo, l'orgoglio di essere in gara con chiunque e di primeggiare su chiunque, la solitudine e la follia come conseguenza. L'ottima "arancia meccanica" del finale anticiperebbe il sipario e lo scrosciare degli applausi se non fosse una battaglia vinta a metà. Alla grandezza di Daniel Day-Lewis corrisponde la pochezza di un Paul Dano più invisibile di un personaggio inesistente; naturalmente non sono sue tutte le colpe, visto che il suo Eli Sunday è ritratto abbastanza frettolosamente, grossolanamente e fuori luogo rispetto alla puntualità del film. Non è roba di poco conto, infatti i pilastri della pellicola dovrebbero essere proprio la furia per il denaro e la violenza sulle coscienze ignoranti. JOKERICO 7

1 commento:

  1. A me sembra che Day-Lewis ogni volta che recita si mangia tutto il resto del cast. E' un'impressione che ho senza aver visto Il petroliere...

    OT (ma neanche tanto):
    Nel Torneo che ho organizzato si votano film e attori già candidati dall’Academy, con l’aggiunta della categoria Miglior film escluso e Miglior film italiano. Il film del post è ancora in gara. Sei quindi ufficialmente invitato a votare. Nel frattempo, finché non voti, sarò un tuo lettore occasionale.
    Il link è questo:
    http://iltorneodeglioscar.blogspot.com/2010/03/2008.html

    RispondiElimina